Aree abbandonate del paese, migranti che attraversano il deserto a caro prezzo e muoiono sotto il sole o sotto il mare, preda di pirati e predoni! Facciamo funzionare la fantasia e mettiamo a frutto le nostre risorse. Prendiamo due piccioni con una fava aiutiamo gli altri e facciamo crescere la nostra economia. Per una #Politica della solidarietà .
La situazione del territorio
Il paese ha una popolazione di 60 milioni di persone a grandi linee si possono dividere in questo modo sulla base della loro dislocazione geografica:
Il paese è stretto e lungo con numerose montagne ed i collegamenti sono difficili, una migliore distribuzione della popolazione con un riequilibrio a favore delle località poste al punto sei, riducendo la pressione demografica sulle aree dei punti 1 e 2 sarebbe un operazione di risparmio di risorse e di miglioramento generale delle condizioni di vita.
I nuovi popoli
Intorno all'Europa preme una massa di persone che per i più svariati motivi fuggono dalle loro terre di origine e cercano qui una condizione di vita migliore, queste persone corrono gravi rischi e molto spesso soccombono in questa ricerca di un futuro migliore e quando riescono ad arrivare sulle nostre terre, spesso finiscono per vivere ai margini della nostra società vivendo una vita grama quasi quanto quella che hanno lasciato al loro paese, se non peggiore.
Due più due fa sempre quattro
La proposta è questa: offriamo la possibilità ad un numero congruo di persone di venire a risiedere nel nostro paese con l'impegno di vivere per almeno 5 anni in un area definita abbandonata, con lo scopo di rendere l'area abitabile per loro e per altri cittadini italiani provenienti da zone a forte tensione abitativa e cittadini dell' europa del nord che potrebbero liberamente decidere di trasferirsi in queste aree, trovandovi uno stile di vita ed una qualità dei servizi allettante e piacevole.
I piccoli centri sono almeno 5.000 sparsi su tutto il territorio dalle alpi agli appennini, nel Nord, nel Centro, nel Sud e nelle Isole.
L'obbiettivo finale è di arrivare ad avere nell'arco di 10 anni una popolazione di 70 milioni di persone così distribuita:
Qiesto significa un progressivo spostamento di 10 milioni di persone dai grandi centri, dei punti Uno e Due, verso il punto Sei e l'arrivo di 5 milioni di persone, provenienti da paesi fragili e 5 milioni di persone provenienti dai ricchi paesi del Nord Europa.
La caratteristica demografica di questi gruppi sarebbe questa:
I 5 milioni, 500 mila ogni anno, 100 per ogni paesino, di Extracomunitari sarebbero giovani, mediamente istruiti, con poche risorse economiche di partenza, con figli piccoli e con tanto futuro d'avanti a loro.
5 milioni di Italiani, provenienti dalle grandi aree metropolitane, avrebbero un età medio-alta, senza figli, abbastanza benestanti, e con tanta voglia di vivere liberamente, in un ambiente comodo e naturale.
5 milioni di italiani, provenienti da aree densamente abitate con un età giovanile , professionisti, lavoratori autonomi, altamente specializzati, in grado di svolgere ruoli di servizio moderni e qualificati, con figli, e con tanta voglia di passare, da anonimi casermoni di città che valgono 400.000 euro, a graziose casette di montagna che hanno un valore più basso, senza perdere in professionalità e guadagnando in salute fisica e mentale.
5 milioni di Tedeschi , Olandesi, Scandinavi, Inglesi, Belgi, Francesi ecc. benestanti, amanti del modo di vivere Italiano e del bel paese, decisi a radicarsi in un ambiente confortevole e stimolante sul piano culturale, sociale, alimentare ecc.
Questi sono gli ingredienti ora vediamo come organizzare tutto questo, quanto può costare e soprattutto chi paga.
Prima operazione: censire e definire le 5.000 aree sotto abitate, individuare case abbandonate, risolvere con delle leggi apposite le questioni legate ad eredità di bisnipoti emigrati in america o cissà dove, spezzare con la spada della legge i nodi gordiani che impediscono la possibilità di utilizzare e sistemare, diverse case attualmente abbandonate e degradate.
Seconda operazione: Individuare una serie di ambasciate europee nel mondo, dove, selezionare 500 mila persone all' anno, a cui assegnare un permesso di ingresso in Italia, condizionato dalla clausola di risiedere per almeno 5 anni in una di queste aree, con la possibilità di ricevere una casa, un terreno, un contributo. Queste persone sarebbero selezionate in base alla conoscenza dell' italiano e di altre lingue europee, la conoscenza della cultura europea a partire dal loro luogo di origine.
In questo modo si attiverebbe, in quei luoghi, fossero anche dei campi profughi, una economia dello studio dell'italiano e della conoscenza di qualsiasi elemento culturale, le persone non investirebbero in una rischiosa attraversata del deserto ma nella crescita umana di se stessi nella concreta speranza di uscire, per questa via, dalle secche in cui li ha gettati la storia.
Terza Operazione: Con un sistema di incentivi e disincentivi, agendo sull' imu e su altre tasse, favorire l'esodo, di chi può permetterselo dalle grandi aree ai piccoli centri.
Se uno ha una seconda casa, in uno di questi paesini e ci va a vivere tutto l'anno, liberando un appartamento in città, avrà delle agevolazioni... se non lo farà avrà un piccolo pesetto fiscale in più da portare.
Quarta Operazione: Attraverso il reperimento di risorse a livello europeo, investire un congruo numero di miliardi di euro per la modernizzazione di queste aree: Intenet veloce in tutti i luoghi, creazione di centri per il riciclaggio integrale dei rifiuti, studi per apportare migliorie strutturali e qualitative alle abitazioni, senza stravolgimenti dei volumi abitativi.
Le case e le Seconde e Terze case, che abbiamo sparse in ogni luogo, sono più che sufficienti, per ospitare una maggiore popolazione.
Quinta operazione: Lanciare concorsi internazionali tra architetti per la creazione di auditorim, biblioteche, punti di aggregazione sociale, in queste aree, con il minimo dell' impatto ambientale ed energetico.
Non si tratta di trasferire le comodità della città in montagna ma di vivere comodamente la montagna.
Tre motori per la crescita
La crescita economica si ha quando si hanno alcuni motori che fanno accelerare l'economia, qui abbiamo il primo motore che è l'aumeto della demografia, non per via di nascita di nuove persone, ma per via di un doppio trasferimento, di ricchi dal Nord e di poveri dal Sud.
Un secondo motore è dato dall' innovazione tecnologica e dalla applicazione, in queste aree, dei più avanzati ritrovati della tecnica, per migliorare il bilancio energetico, per produrre risorse alimentari, per generare cultura.
Il Terzo motore sono le risorse finanziarie che non mancherebbero, dato il respiro ampio e sovranazionale di questo progetto.
Una delle ragioni che fa declassare l' Italia e schizzare in alto il differenziale dei tassi con la Germania è la mancanza di progetti per il futuro del paese, questo è un possibile progetto che può muovere risorse ed entusiasmi.
I Tedeschi , gli Olandesi e gli Scandinavi, non avrebbero difficoltà ad investire, sia individualmente che come istituzioni finanziarie, in un pezzo di Italia, in cui possono abitare, come e meglio, che a casa loro.
Questa tendenza a voler vivere una vita maggiormente a contatto con la natura, è latente nella società attuale, si tratta di assecondarla, gestirla, orientarla e questo è il compito dell' Azione Politica.
Anche le grandi metropoli sarebbero beneficiate da una liberazione di spazi e da un decongestionamento dei servizi.
Si tratta di liberare risorse in un settore per investirle in un altro.
Nell'arco degli anni, in cui viene implementato questo trasferimento, si potrebbe avere un aumento dell'occupazione, nelle aree ora abbandonate, di circa 6 milioni di nuovi posti di lavoro che saranno per la metà costituiti da trasferimenti di lavoro dalle metropoli alle montagne ma per una buona metà, saranno nuovi posti di lavoro, derivanti da nuovi servizi che verranno erogati da e per i nuovi cittadini.
Si avrà lavoro nei settori del recupero dei rifiuti, del recupero energetico per impianti solari, eolici, del mini idroelettrico nei piccoli corsi dei fiumi, del recupero della massa vegetale del sottobosco.
Ulteriore lavoro sarà dato dal recupero dell'agricoltura, nelle fasce montuose, e dal recupero edilizio.
la cura delle persone anziane, le attività culturali, il turismo in generale, saranno altri nuovi sbocchi lavorativi.
Anche le attività artigianali ed industriali potrebbero trovare nuove aree in cui insediarsi, sia nelle aree di nuovo insediamento residenziale, sia nelle aree metropolitane in via di decongestionamento.
Un' altra serie di posti di lavoro sarebbero ricavati dalla ricerca sui metodi e sui materiali, per il recupero delle aree ad una vita umana a basso impatto sull'ambiente.